Partono le richieste di rimborso per l’Imu non dovuta quando uno dei due coniugi aveva spostato la residenza sulla seconda casa, ecco la procedura per la richiesta
Dopo l’ultima sentenza della Corte Costituzionale possono partire le richieste di rimborso dell’Imu per i coniugi con residenze diverse, a patto di poter dimostrare l’effettivo uso dei due immobili come abitazione principale, per recuperare così le imposte versate e non dovute per gli ultimi cinque anni.
Una sentenza che ha ribaltato il precedente ordinamento. Prima, in presenza di coniugi entrambi proprietari di prima casa, il diritto all’esenzione era legato al solo immobile dichiarato come casa familiare, e in caso di residenza in Comuni diversi, fino al 2021, non si ammetteva la possibilità di riconoscere come prima casa nessuno dei due immobili.
Una sentenza che spiana le porte ai rimborsi
Torna, quindi, la doppia esenzione Imu per i coniugi con residenze in abitazioni differenti, anche all’interno dello stesso comune. La sentenza 209 della Corte Costituzionale del 13 ottobre scorso ha dichiarato illegittima la norma del 2011 che limitava l’esenzione Imu solo alla prima casa, relegando l’altra a seconda e in quanto tale soggetta all’imposta sugli immobili. Questo, come spiega la Consulta nelle motivazioni della sentenza, perché altrimenti sarebbe discriminato chi decide di sposarsi o di costituire un’unione civile rispetto ai conviventi di fatto. Un principio che vale non solo in caso di città diverse, ma anche per la stessa città, considerando che in alcuni casi si può avere la residenza in Comuni diversi tra loro, ma a meno chilometri di distanza rispetto a quelli da percorrere tra una periferia e l’altra. Quindi niente Imu sulla seconda casa se è la residenza di uno dei coniugi.
Attenzione comunque alle limitazioni
Negli ultimi giorni sono partite valanghe di richieste di rimborso per i coniugi con residenze diverse che ovviamente hanno modo di dimostrare l’uso di due abitazioni differenti come residenze principali. Resta però confermato che per poter avere diritto alle esenzioni occorre che sia rispettato l’obbligo di residenza nel domicilio segnalato, senza favorire le cosiddette residenze “di comodo” nelle case di vacanza al mare o in montagna. C’è peraltro nella sentenza un invito preciso ai comuni interessati di intensificare i controlli “fuori stagione”. Per ottenere il rimborso la richiesta dovrà essere presentata al proprio Comune di residenza entro 5 anni dal versamento effettuato oppure da quando è sorto il diritto alla restituzione, quindi al 13 ottobre 2022, momento in cui la sentenza della Corte costituzionale è stata depositata.