Volete adottare uno squalo e seguirne i movimenti, aiutando lui e la natura? Da oggi si può. Basta pochissimo
Da oggi è possibile diventare un genitore adottivo di uno squalo: seguirlo nei suoi movimenti, studiarne il percorso e l’evoluzione, contribuendo ad aiutare lui e molti suoi simili. Come? Basta collegarsi ad un sito internet e vivere una meravigliosa avventura, che vi renderà parte di un progetto umanitario lodevole.
Adottando uno squalo si contribuirà ad aiutare gli oceani, i mari e contribuire a rendere l’acqua più pulita, per consentire a milioni di specie animali di tornare a vivere in serenità. “Gli oceani e i mari coprono il 70% del nostro pianeta e contengono il 97% dell’acqua della Terra. Collegano le persone, forniscono cibo e ossigeno, regolano il nostro clima assorbendo quasi un quarto della CO2 prodotta e ospitano una grande varietà di specie. Come fonte della nostra vita, gli oceani e i mari sono al centro delle priorità ecologiche di Blue Ocean“.
Questo il nome del sito internet che permette a tutti di diventare padri adottivi di squali, orsi polari, tartarughe marine, delfini, panda e di tante altre specie in difficoltà, costrette a vivere tra mille problemi legati all’inquinamento delle acque e alla desertificazione delle foreste. Chi deciderà di adottare un animale, riceverà a casa un gioiello (che raffigura la specie scelta) e un codice che permetterà di seguirlo nei mari (o sulla terra ferma) nelle sue avventure quotidiane
Ecco come seguire gli squali
“Quando ricevi il tuo ordine – spiegano i responsabili del sito – troverai un inserto con un QR CODE sulla carta. Basta aprire la fotocamera del suo telefono e puntarla sul QR CODE. Apparirà una notifica e potrai cliccarci sopra per accedere alla tua carta di localizzazione interattiva”. Come vengono monitorati gli animali? “Un piccolo tracker / chip GPS è attaccato tramite un collare leggero. Questi localizzatori sono completamente innocui e gli animali non li sentono nemmeno. Ogni animale che puoi rintracciare è stato raccolto dalle associazioni per il trattamento. Sono stati poi rilasciati in aree protette”