E’ stato finalmente risolto il mistero del “bip” che fin dalla prima spedizione del 1996 aveva appassionato i ricercatori del relitto più famoso al mondo
La storia del più grande transatlantico del mondo, affondato per l’urto con un iceberg a largo dell’Oceano Atlantico durante il viaggio inaugurale dall’Inghilterra agli Stati Uniti, ha da più di un secolo affascinato davvero tutti. Ma ora finalmente viene svelato un mistero che stava appassionando tutti gli studiosi del relitto che giace a più di tremila metri sotto il livello del mare.
Il celebre transatlantico sprofondò negli abissi la notte tra il 14 e il 15 aprile 1912 dopo una collisione con un iceberg. Il naufragio causò la morte di oltre 1.500 persone, inclusi i membri dell’equipaggio, nonostante il disperato tentativo della motonave Carpathia di mettere in salvo i superstiti.
Il Titanic da sempre ha avuto un enorme fascino, soprattutto per l’incredibile, oltre che terribile, per tutte le persone che ne rimasero vittime, disavventura proprio durante il viaggio inaugurale, di un transatlantico considerato a quel tempo inaffondabile. Tanti sono stati i tentativi di approcciare al relitto oramai adagiato a una profondità quasi proibitiva, ma quando nel lontano 1996, Paul Henry Nargeolet, esperto pilota di sottomarini, individuò per primo il relitto, la sorpresa fu enorme. Il sonar di bordo infatti riuscì a cogliere un segnale molto particolare. Un “bip” misterioso che indicava la presenza di un grosso oggetto posizionato proprio al fianco dell’enorme relitto del transatlantico, oramai spezzato in due. Per anni si è cercato di capire la natura di quel suono, si è provato a immaginare la presenza di una formazione rocciosa molto grande o un altro relitto posizionato lì vicino, ma nessuno ha mai saputo dare una spiegazione precisa e soprattutto scientifica all’origine di quel “bip”. Almeno fino ad oggi.
A risolvere finalmente l’enigma è stato lo staff di “Oceangate Expeditions“, una società di esploratori subacquei amanti delle immersioni nelle profondità degli oceani. Quello al quale non si riusciva a dare un nome, una forma o un’identità, è in realtà semplicemente un’inaspettata formazione vulcanica ricca di biodiversità, in pratica una enorme e bellissima barriera corallina. Ecco allora aragoste, spugne e pesci popolare i fondali di questa formazione particolare, ribattezzata “Nargeolet-Fanning Ridge“, in onore dello specialista di immersioni Oisín Fanning, un ecosistema denso e pullulante di vita, ricchissimo di vertebrati e invertebrati. La scoperta resta sensazionale, realizzata grazie a un piccolissimo sommergibile comandato da remoto che si è riusciti a far avvicinare fino alla fonte del misterioso suono per risolvere così un mistero che resisteva da decenni.
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