Cosa succede a qualcuno se viene beccato a fare sesso in macchina? Cosa si rischia? E quali sono i segreti per non incorrere in sanzioni?
Alzi la mano chi, almeno una volta nella sua vita non si è trovato in un momento di intimità con il proprio o la propria partner in auto? I ragazzi che non hanno casa libera, le persone che decidono improvvisamente di trasgredire concedendosi un momento spinto poco convenzionale o chi semplicemente, non ha altri luoghi per poter consumare in libertà il sesso, predilige farlo nella propria autovettura.
Al di là della comodità o del poco spazio a disposizione, fare sesso in macchina è legale o può portare a problemi seri nel caso in cui si venga scoperti? Appartarsi con la propria (o il proprio compagno) in un parcheggio, è un reato secondo il codice penale? Di casi ce ne sono stati tanti e ci aiutano a capire fin dove ci si può spingere per vivere il sesso in modo libero e senza troppi problemi. Anche all’interno della nostra macchina.
La domanda sorge spontanea: si può fare sesso in macchina? Fino a poco tempo fa questa pratica veniva considerata un reato: essere beccati durante un rapporto sessuale rientrava nel reato di atti osceni in luogo pubblico. Non si finiva in carcere trattandosi di reato minore (benché la norma prevedesse la reclusione da 3 mesi a 3 anni), ma la fedina penale restava comunque macchiata. Oggi la pena è stata modificata: nessun reato, ma un semplice illecito amministrativo. Si rischia, quindi, soltanto una sanzione pecuniaria che può andare da un minimo di 5mila euro a un massimo di 30mila euro, a seconda della gravità del caso (ossia dell’esposizione al pubblico).
Ma esiste un caso in cui si torna a parlare di reato: quando si viene scoperti in atti sessuali in luoghi abitualmente frequentati da minori: come ad esempio un parcheggio di una scuola, o di fronte d una casa abitata da bambini. Se viene stabilito il pericolo che i ragazzi assistano al rapporto, il comportamento resta reato, con tutto ciò che ne deriva. Quindi, si rischia – sempre virtualmente – la reclusione (che poi verrà commutata il più delle volte in pena pecuniaria).
Per la legge quindi ciò che conta non è tanto il luogo quanto la possibilità di essere visti da altre persone. Il fatto di “averla fatta franca” e di non essere stati scoperti non è sufficiente: conta la potenziale presenza di persone. Così scegliere un vicolo cieco non esonera dalla responsabilità visto che nulla impedisce che di lì possano transitare altre persone. Per non far scattare gli atti osceni quindi, è necessario avere l’accortezza, in base al luogo e all’orario, che nessuno – neanche potenzialmente – possa vedere la scena. Il fatto che i finestrini siano appannati non è sufficiente, ma può esserlo invece il fatto che i vetri siano tappezzati di giornali e si sia scelto un luogo isolato e non frequentato, neanche occasionalmente.
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