Sono tante le ipotesi ricercate dagli storici ma una su tutte sembra più vicina alla verità: vi stupirà.
C’è un simbolo chiaro dell’infedeltà, che ormai da anni in Italia e non solo ha preso piede nel linguaggio comune. Il termine cornuto è infatti riferito a quegli uomini che purtroppo scoprono un tradimento.
In molti si sono chiesti quale sia l’associazione con gli animali che portano le corna, e sulla vicenda, per molti di facile spiegazione, si sono espressi anche molti studiosi. Un primo riferimento, che però non sembra trovare conferme, arriva dal maschio della capra detto anche becco, la cui compagna cambia spesso il partner in natura. L’associazione infatti porta anche all’espressione “essere becco”, riferita a chi è vittima di un tradimento. C’è però chi boccia questa ipotesi, o la ridefinisce spiegando che è una ulteriore rivisitazione della vera espressione.
Se a giudicare dall’ etimologia della parola cornuto non si ottengono grosse indicazioni, nella storia invece potrebbe esserci la vera spiegazione. Alcuni studiosi sono andati a ritroso per provare a capire qualcosa in più, ricostruendo alcune vicende storiche nelle quali potrebbe esserci la verità.
Ecco da dove sarebbe nata l’espressone cornuto
Secondo alcuni studiosi fu proprio una domanda simile ma fatta più di 1000 anni fa a cercare lo stesso tipo di risposta. Quando nel 1185 i soldati del re Guglielmo II di Normandia, diretti a Costantinopoli, si accorsero che sui muri di Salonicco erano ben visibili le teste di molti animali appese con frequenza su molti muri della città, vennero a conoscenza di un aspetto abbastanza inquietante.
Pare infatti che Andronico, considerato un imperatore spietato, rinchiudeva in prigione chi metteva in discussione la sua posizione e rapiva le mogli. Per segnalare la presenza quindi dei sospetti traditori del suo regno, faceva appendere le teste di cervo davanti alle abitazioni, e lo faceva in modo da prendersi gioco di quegli uomini. Ecco quindi che i soldati di Re Guglielmo II, di passaggio a Costantinopoli, facendo ritorno poi in Sicilia avrebbero potuto iniziare a dar vita a quella espressione che ancora oggi è utilizzata, e che potrebbe avere origini lontanissime ma tramandate poi negli anni.