Il passaggio dall’estate all’inverno è spesso accompagnato da ansie e preoccupazioni. Ma ci sono alcuni sintomi che nascondono altro
Dall’estate all’inverno, dalle t-shirt e i calzoncini ai maglioni a collo alto e alle giacche a vento. L’inverno è alle porte e tutti abbiamo l’obbligo di affrontarlo nel modo migliore. Il primo step è sicuramente quello di presentarci con l’abbigliamento giusto. Nel momento in cui si passa dalle temperature estive a quelle invernali è necessario non sbagliare look e rispolverare dagli armadi (o dalle soffitte dove sono stati riposti nel periodo più caldo dell’anno) i vestiti per l’inverno.
Ma fare il fatidico e tanto atteso cambio di stagione, può rappresentare per molti un motivo di stress. Un problema che può portare addirittura a veri e propri disturbi. L’arrivo dell’inverno porta il nostro umore a peggiorare: indossare abiti più pesanti equivale a confermare la fine di un periodo felice e distensivo (l’estate) e l’arrivo di un altro, generalmente caratterizzato da sentimenti diversi. L’inverno è meno elettrizzante dell’estate. Si lavora di più, le ferie sono lontane e la luce del sole viene meno. Proprio la luce, è alla base di un disturbo che durante l’inverno è molto diffuso.
Si tratta del disturbo affettivo stagionale (SAD). A spiegarlo è la dottoressa Giuliana Galli, direttore dipartimento Salute mentale della Asl Toscana: “Quando la luce del sole è meno intensa, le ore diurne sono ridotte e la temperatura scende, seppur gradualmente, alcune persone possono avvisare una serie di disturbi tra cui ansia, irrequietezza, disturbi del sonno e dell’alimentazione, senso di tristezza, apatia. Questo accade perchè la luce gioca un ruolo importante nella produzione di serotonina che contribuisce alla regolazione dell’umore. Il SAD è più comune nelle donne e sembra avere un’incidenza maggiore nei paesi del nord, dove per molti mesi le ore di luce sono minori – prosegue Galli – Nella maggior parte dei casi che trattiamo nei nostri servizi territoriali, il SAD corrisponde a una riacutizzazione dei sintomi del disturbo depressivo o bipolare, già preesistente, in cui il cambiamento stagionale trova terreno fertile”.
Il cambio di stagione è quindi uno scoglio (per molti), difficile da superare. “Negli ultimi anni, stiamo assistendo – continua Galli – purtroppo a un aumento di manifestazioni anche tra i giovanissimi. Per il trattamento si fa ricorso alla psicoterapia, eventualmente alla prescrizione di farmaci specifici e all’assunzione di vitamina D, in caso di rilevata carenza. Non sempre è semplice riconoscere il SAD, data la presenza talvolta di sintomi sfumati o comuni ad altri disturbi. Nel caso in cui si dovessero avvertire uno o più sintomi tra quelli descritti, per un periodo di tempo prolungato, è consigliato rivolgersi al proprio medico di famiglia, che effettuerà un primo accertamento e valuterà la possibilità di affidarsi allo specialista (psicologo, psichiatra). A tale proposito, per una diagnosi precoce, è costante la collaborazione tra i servizi territoriali di salute mentale e i medici di medicina generale”.
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