Una nuova dipendenza ha preso piede ed è stata svelata da chi ne soffre: è figlia dei fatti accaduti negli ultimi tempi, ma c’è un modo per liberarsene.
Lo chiamano Doomscrolling. Una parola che inizia a svelare il suo significato solo se tradotta, ma dietro alla quale si nasconde un mondo fatto da tantissime difficoltà.
Chi ha iniziato a soffrirne pensava di essere solo, e invece quei primi casi isolati hanno incontrato i racconti di altre persone che soffrono dello stesso problema. Si tratta in sostanza della totale incapacità di liberarsi dalla voglia di brutte notizie. Chi ne soffre è alla costante ricerca di titoli o di racconti complicati, di storie pesanti, di avvenimenti tutt’altro che positivi. Un vero e proprio problema, che all’apparenza non ha una spiegazione chiara, e che invece nasce dagli ultimi fatti di cronaca.
Il Covid, poi l’esplosione del conflitto fra Russia e Ucraina, e le difficoltà in un momento di crisi derivante dagli ultimi due avvenimenti più influenti del recente periodo storico, hanno dato vita a molti riflessi pesanti, fra i quali questo recente fenomeno. Fare doomscrolling significa ricercare in maniera compulsiva cattive notizie sul web. Il termine è entrato addirittura nell’Oxford Dictionary nel 2020, e le spiegazioni sul perché di questo fenomeno arrivano da autorevoli fonti scientifiche.
Si tratta di una pratica definita “umana”. Un po’ come quando in strada passando accade qualcosa che attira la nostra attenzione e ci spinge a fermarci per capire cosa è successo. Nulla di grave accade quindi a chi sta leggendo e si ritrova un po’ in ciò che stiamo spiegando. Il problema è che a lungo andare questo fenomeno rischia di risultare pesante e avere conseguenze. Ad esempio sul sonno, sui pochi momenti liberi di una giornata in cui andiamo a “scrollare” i contenuti sul web e non ci soffermiamo sulle buone notizie ma divoriamo quelle più delicate.
Il doomscrolling risultava infatti diffuso anche prima della pandemia, ma con l’impatto del Covid ha preso piede, con la guerra è cresciuto ancora, e per molti è una consuetudine sbagliata che comporta un malessere psicofisico. Meglio smettere quindi, ma come? Il primo consiglio è di riconoscere il problema e di affrontarlo. Bisogna dare quindi più spazio alle letture culturali, alle belle notizie, o, ancora meglio, ad allontanarsi dal cellulare utilizzandolo solo per comunicare. Togliere via l’abitudine di certo rappresenta la prima arma contro un comportamento compulsivo, e se proprio non riuscire a resistere esistono letture più costruttive. Belle notizie, cucina, informazione, scienza, sport e altro. Sono alternative sane, che di certo vi aiuteranno a vivere in maniera più serena, a dormire meglio e di sicuro a sorridere un po’ di più.
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